Passo a passo con i popoli dell’Amazzonia

8 Settembre 2010

Dopo una breve colazione lasciamo il bellissimo albergo Cabanas Bascun. Alberto, il nostro autista, oggi guiderà per molte ore. Da Baños iniziamo a scendere verso Puyo e costeggiare una gola piena di meravigliose cascate.

Gradualmente il paesaggio cambia, la vegetazione si fa sempre più fitta e di un verde più brillante. L’amazzonia si presenta così: case isolate costruite in legno e bambù, bambini sulla strada che tornano da non si sa quale scuola, autisti di camion che si fanno la doccia sotto una cascata al lato della strada.

Verso pranzo arriviamo a Tena che prende il nome dal fiume che la attraversa. Quattro anni fa qui le strade non erano asfaltate.

Arriviamo alla missione dei Padri Giuseppini del Murialdo dove incontriamo Monsignor Paolo Mietto, di Padova. Il Direttore della Missione ci accoglie in una sala che sembra un museo: sulle pareti spiccano i ritratti incorniciati dei suoi predecessori. Ci spiega che i Giuseppini hanno creato per primi una radio in Amazzonia ed istituito scuole per gli abitanti delle zone rurali intorno a Tena, dove quasi il 90 % della popolazione è indigena.

Pranziamo tutti insieme in un ristorante poco distante ed è già ora di proseguire il nostro viaggio. In serata dobbiamo essere a Coca, la capitale della regione di Orellana, una delle città più orientali dell’Ecuador. Se a Salinas usavamo il maglione e a Baños una felpa, a Coca si può stare solo in t-shirt!

L’impatto con la città è faticoso: fa molto caldo e l’umidità è altissima. Visitiamo la chiesa della Missione dei Cappuccini dove sono sepolti Mons. Alejandro Labaka e Suor Ines Arango. I due sono stati uccisi dagli indigeni Huaorani a colpi di lancia nel 1987 considerati alleati delle multinazionali petrolifere che stavano invadendo il loro territorio. Un fatto sconvolgente per tutto l’Ecuador visto che per lungo tempo questi religiosi hanno vissuto insieme agli indigeni difendendoli, aiutandoli, rispettando le loro usanze fino a farle diventare proprie, diventando loro “figli” e utilizzando la loro lingua.

Ci sistemiamo prima di cena in albergo ( per nostra fortuna provvisto di aria condizionata ) ed andiamo a riposare in vista della navigazione sul Rio Napo che ci attende domani e che ci porterà nel cuore dell’Amazzonia. Non vediamo l’ora!

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